domenica 22 agosto 2010

Processo creativo

Nell’ambito di un processo creativo che abbia come punto di partenza per l’artista/compositore, un’immagine, che ancor prima di formarsi nella sua mente è ben visibile nella staticità apparente di un’opera d’arte, dimostra quanto le diverse manifestazioni artistiche di qualsivoglia espressione estetica siano parte di un unico linguaggio supremo che è l’arte.

Ciò consente, in maniera assolutamente spontanea e con un potenziale comunicativo illimitato, la connessione tra forme d’arte altrimenti dette figurative, dello spettacolo e, giungendo sino alle ultime manifestazione espressive del “modernismo”, della fotografia e dell’architettura. Questo è possibile quando alla base di un processo creativo che preveda l’intreccio tra arti, ci sia non tanto il fine ultimo di ingenerare nel fruitore il piacere scaturito dall’essere di fronte a una “bella” opera, quanto piuttosto l’intento di veicolare un”messaggio” della cui unicità il destinatario può apprezzarne le diverse manifestazioni.

Della potenza espressiva scaturita da una simile operazione, se ne servì già Mussorgsky quando, nel 1874, decise di dipingere musicalmente alcuni disegni e acquerelli di un suo amico artista Victor Hartmann, tanto da realizzarne un’opera, dal titolo Quadri di un’esposizione, rappresentando, sino alla sua prima apparizione, un unicum nel suo genere.

Ciò che accosta i due lavori, quello di Hartmann e quello di Mussorgsky, rendendoli complementari è la percezione di un’unica immagine fruita attraverso una dimensione visiva e una dimensione uditiva.

Una testimonianza di arte totale, quella dei due artisti russi, mostra, infine, come l’arte musicale, diversa per modalità di fruizione dalle altre arti, ha tutto il diritto di prender parte a quel genere di esperienze in cui si registra una compartecipazione sensoriale che svincola il pubblico dal ruolo di fruitore passivo.

Tocca agli addetti ai lavori far tesoro di un’eredità che proviene dal secolo scorso adattandola ai nuovi linguaggi comunicativi, tra cui la fotografia per le arti visive e il jazz per la musica eurocolta, e, soprattutto, alle esigenze del sistema produttivo culturale attuale.

D.D.

Nessun commento:

Posta un commento