giovedì 22 marzo 2018

Reflection: Trascrizione e analisi.

Nel 1958 Roy Haynes registra un album dal nome We Three assieme a Paul Chambers al contrabbasso e Phineas Newborn al pianoforte che uscirà nel maggio del 1959 per la Prestige New Jazz.  
Nella tracklist dell'album compaiono due composizioni scritte dal pianista Ray Bryant (1934-2011), una di queste è Reflection, che Ira Gitler, nelle note di copertina, descrive come stately but swingin minor-key theme. 
Il tema si sviluppa nella classica forma AABA: al carattere minore (Gm) e solenne della sezione A si contrappone un bridge in maggiore ( II-V/EbmajII-V/Dbmaj) ritmicamente impegnato in una sequenza di accenti in stop-time
Ma è la solidità dell'assolo di Phineas Newborn (1931-1989) che conferisce all'intero brano un energia incredibile che permette allo stesso Haynes di essere sempre in primo piano. Lo stesso Haynes definisce Newborn un pianista dal suono pieno che usa tutte le dieci dieta e gli ottantotto tasti del pianoforte. Nel secondo chorus di assolo (mis. 71) , infatti, si nota come il suo fraseggio si intensifica raddoppiando la frase in sedicesimi con la mano sinistra all'ottava bassa per poi far seguire a questa una breve progressione armonica ( mis. 73) in block chords ( Gm-Adim-Gm/Bb, G7/B, Cm, G7/D, Cm/Eb) concludendo la sezione ancora con una frase eseguita a distanza di un'ottava con entrambe le mani. 
La conclusione del suo assolo è imperiosa: una frase in sedicesimi ( miss. 91-96) che si sviluppa su un'estensione di tre ottave interrotta solo da una pausa di 1/8.