sabato 28 agosto 2010


1 commento:

  1. DONATELLO D'ATTOMA

    LOGOS



    ARTISTICO: 9
    TECNICO: 10

    Donatello D'Attoma, piano e fender rhodes
    Gaetano Partipilo, alto sax
    Camillo Pace, contrabbasso
    Lello Patruno, batteria

    Push(in) Records, 2010

    Nella complessa e problematica situazione del Jazz in Italia, al giorno d'oggi è lecito chiedersi: ma ha ancora senso il Jazz nel 2010? E soprattutto: ha ancora senso il Jazz nel Belpaese? Ebbene, ascoltando questo disco, la risposta è: assolutamente sì. Donatello D'Attoma, giovanissima promessa del jazz italiano e pianista dalla formidabile tecnica, insieme al trio Partipilo-Pace-Patruno sfodera nove tracce semplicemente straordinarie. La prima cosa che colpisce è che dei nove pezzi che compongono l'album, sette sono stati composti tutti da D'Attoma, mentre la quarta traccia con la relativa ripresa a chiusura del disco, da Camillo Pace. E questo ci fa capire fin da subito che al giovane pianista la determinazione non manca (come scrive giustamente Roberto Cipelli nelle note di copertina). Logos si presenta quindi un album dalla musica solida, compatta, equilibrata e di eccellente fattura. Il mestiere qui c'è tutto, unito a grande talento, grande entusiasmo e a una grande sensibilità: dalle oniriche e un po' nostalgiche atmosfere del primo pezzo, Logos (che da il titolo al disco) alla fresca inventiva di The origins, fino ad arrivare al brio quasi bossanova di Four on Three, proseguendo poi per l'estatica contemplazione de Il Canto delle Sirene (dove il sax di Partipilo intona una breve e orecchiabilissima melodia su misteriosi accordi quasi impressionisti del pianoforte che si fondono verso la fine in un visionario impasto timbrico con le stupende sonorità della batteria di Patruno), D'Attoma e il suo gruppo appaiono in perfetta sintonia: le funamboliche volate al pianoforte si confondono infatti benissimo con gli altri strumenti. Una menzione a parte meritano poi i pezzi Dance Macabre, simpatico omaggio in chiave jazz grottesco alle composizioni “macabre” di Liszt e Saint-Saëns, Titolo n.p., dove D'Attoma fa sfoggio di tutta la sua strabiliante tecnica cimentandosi in un virtuosistico rag time con lontani echi di Scott Joplin, Room 2/b e A pleasant surprise, caratterizzate dal contrasto tra pathos e sfrenata felicità virtuosistica. A chiudere il disco ci aspetta la reprise de il Canto delle Sirene, dove il sax di Partipilo e il piano di D'Attoma creano suggestioni e lontananze con un piccolo sguardo a Debussy e a Skrjabin. Se D'Attoma e Partipilo sono eccezionali, Pace e Patruno non sono da meno, e riescono ad accompagnare perfettamente i loro compagni creando uno squisito dialogo sonoro. Logos è un Jazz album raffinato, elegante, che oscilla tra colte citazioni e spontaneità d'invenzione. Da non perdere, nella maniera più assoluta.

    Giacomo Firpo

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